Chanel Airlines SS16, fiction iperrealista

All’ultima retrospettiva “Karl Lagerfeld. Modemethode”, ospitata al Bundeskunsthalle di Bonn (Germania) fino lo scorso settembre, sono stati esposti i plastici in stile Vespa delle passerelle più scenografiche di maison Chanel. Con un fatturato che sfiora i 7000 miliardi di dollari, la griffe francese è una delle poche al mondo a poter investire nella spettacolarità di ogni show stagionale. Vale la regola del vincere facile quando non si hanno limiti a spese per allestire, costruire, architettare palcoscenici da sogno.

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Se a questo giro Raf Simons da Dior ha diminuito gli effetti speciali in nome della grazia più autentica, mentre Jacquemus racconta le sue storie delicate con la forza del pensiero, semplicemente munito di gomitoli arrotolati e unicorni bianchi, Karl Lagerfeld non riesce più a rinunciare al suo grande teatro, alla sua fiction iperrealista come simulacro del nostro presente.

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Non siamo così lontani dalla sfilata tradizionale, c’è solamente, tutt’attorno, molto più rumore. E molte più blogger impazzite, certo. Perché non c’è nulla di nuovo nell’accostare una tale operazione di marketing alla voce di “paradigma spettacolare”, quello basato sulla performance attoriale da parte non tanto di chi fa lo spettacolo, ma del fruitore dello spettacolo.

E allora instagrammate, amiche blogger, ancora di più, che noi vi seguiamo da casa. Instagrammate bene perché quell’aeroporto sembra essere stato fatto apposta per voi, viaggiatrici dalla carta di credito instancabile, eppure ignare di sapere che le prime ragazze volanti alla moda furono le hostess di Alitalia, vestite bon ton dalle Sorelle Fontana negli anni Cinquanta.

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Ma poco importa dell’abito e delle sua fattezze quando ciò che conta rimane l’espressione preferita dagli uffici stampa: splendida cornice. Senza di quella, senza i trolley, senza i carrelli brandizzati, le spillette-giocattolo, il boarding pass, senza la mascotte Cara Delavigne e senza la simulazione delle code al check-in, l’abito – e ogni sua associabile identità – è annullato. Del resto, siamo sempre all’interno di un non-luogo, nel caso valga ancora la definizione di Marc Augé. E adesso, come vi sentite? Low-cost? Mai come alla sfilata Chanel Haute Couture SS12. O l’avevate già dimenticata?