
“…la loro pelle, prima muta, liscia e insipida
Ora ha scalini regolari
Che portano alla loro sommità!
Percorrerli con le dita e con la bocca
Vederli così rilevati
Come gradini di un tempio
È un piacere che esalta il desiderio e l’amore…”
Un canto d’amore Bantù ispira Sylvio Giardina ed è da qui che parte l’idea che da vita e forma alla sua collezione Primavera / Estate 2016.
Le cicatrici decorative, segni indelebili sulla pelle delle donne africane, diventano un pattern sociale tramite cui comunicare il proprio status, la propria condizione e la propria sensualità. Le cicatrici possono diventare facilmente un medium per comunicare le proprie emozioni, è quello che fa l’artista Ariana Page Russel che, con delicatezza segna il suo corpo con piccoli motivi dolorosi e permanenti.
La scalfittura diventa anche per Sylvio un nuovo linguaggio, naturalmente su tessuto. La collezione presenta diversi approcci e trasformazioni del corpo, l’abito è concepito come un supporto artistico; architettonico.
Il segno distintivo dell’opera di Sylvio persiste e si adegua malleabile alla nuova ispirazione: un attento studio tecnico di forme e volumi si unisce alla sperimentazione di materiali dando vita a unici “sculputure dress”. In questo ambito Sylvio continua il suo percorso esplorativo sui volumi e sulla silhouette. Come un impianto sottocutaneo, le sue “strutture” modificano la forma del corpo creando nuove ed inaspettate opportunità.