
Non servirebbe dire nulla, perché le parole, si sa, rovinano. Quando aprirai questa pagina Tumblr le parole, le nostre, le tue, finiranno. E al loro posto ci saranno i colori, venuti fuori dalla bocca degli arcobaleni, a pastrocchiare con l’acqua per annaffiarci le gonne. Satu Maaranen, cosa sei? Non servirebbe nemmeno rispondere, che ci hanno già pensato in tanti: Vogue Italia, Vogue Paris, Interview, L’Officiel, i-D, Marie Claire, The BoF. Se ne sono accorti tutti – di Satu – e tutti, in una rara unanimità, spesso così faticosa da raggiungere, hanno voluto che la designer finlandese vincesse il prestigioso Hyères Fashion Festival 2013.
Ma non poteva essere altrimenti. La sua degree collection attinge a piene mani dalla natura e da un mondo di cui ama stravolgere l’ovvio dei confini: Landspace Garment confonde le sfumature del cielo e del mare, tinge di rosa shocking il prato sotto casa, lasciando che il verde svolazzi via, a fiorire altrove, in strutture che sembrano stare in piedi da sole, ma che inevitabilmente vorremo indossare.
Ci sentiremo boccioli a primavera, pronti a schiudere le nostre teste dai baveri, colletti sempre più voluminosi, corolle di petali increspati. Ci sentiremo attraversati dai tramonti, che sulle nostre longuette accenderanno luminosità a grandi fasci. Anche le giacche saranno segnate da una retta precisa, una linea appuntata all’altezza delle spalle, quasi fosse la traccia di un nuovo e infinito orizzonte, che possa concederci di vivere sospesi, a metà tra il vero e l’apparenza.
Non mancherà la sabbia, non mancherà il carbone, uniti insieme in una stessa lavatrice – o forse pentola fatata – dove incontreranno i fulmini e la pioggia, dove l’incantesimo sarà definitivamente compiuto e così un oceano di stampe smuoverà le onde sui nostri vestiti, li inzupperà, li gonfierà di mulinelli. Ai piedi calzeremo solette innalzate per raggiungere l’irraggiungibile; sul capo, il gran finale: cappelli a larghe tese per ritagliarci uno spazio privato, un giardino solo nostro, dove accogliere gli amici più intimi, sotto la tettoia, al riparo dal gelo.
Il lavoro di Satu Maaranen è la dimostrazione letterale che essere un bravo designer non significa semplicemente creare abiti, belli o funzionali che siano, essere un bravo designer significa diffondere attraverso l’abito nuove e inattese visioni, che ogni singolo fruitore può interpretare e fare proprie in una totale e differente libertà.
Questa è ancora la potenza e la meraviglia della moda: aprire le porte di universi altri, dove ognuno di noi ritrova raccontati i propri sogni, che sono il più delle volte diversi da quelli del nostro vicino, perché personali e personalizzabili.
Noi, qui (www.satumaaranen.com), abbiamo tutto il diritto di accantonare il contorno, di dimenticarci del dove e del quanto, per poter sognare davvero come e cosa ci pare. A parole finite.