
Al via Art Verona 2013, dal 10 al 14 ottobre, un intenso percorso nel segno della celebrazione artistica sia per l’arte moderna che per l’arte contemporanea.
In questa edizione, diverse sono le realtà artistiche presenti all’interno di essa: associazioni, collettivi, fondazioni, spazi no profit che operano in ambito contemporaneo coniugando arte ed emozioni sia di un pubblico esperto come galleristi e collezionisti, sia di amanti bizzarri e curiosi d’arte.
L’Art Verona è una tra le più storiche fiere delle gallerie italiane di alto profilo, in questa edizione viviamo una evoluzione dei format creativi quali On Stage e Indipendents, che danno vita a situazioni artistiche e culturali maggiormente sperimentali. Tra le realtà creative emergenti, nella sezione Indipendents, quest’anno troviamo No Title Gallery. Una vera e propria vetrina virtuale in continuo mutamento, dove artista e spettatore uniscono le proprie idee partorendo un continuo dibattito-confronto nell’ampio contesto artistico supportando giorno dopo giorno potenziali collaborazioni, idee, emozioni.
Il fondatore e ideatore di No Title Gallery nonché artista, Francesco Liggieri, ci racconta in una breve ma intensa chiacchierata la storia di NTG e la partecipazione del progetto So Past/So Future all’Art Verona 2013.
No Title Gallery in tre aggettivi.
Innovativo, sperimentale, vulcanico.
Punto di convergenza tra artisti e operatori specializzati nel settore culturale, un’associazione artistica, una comunità di persone che condividono emozioni unendo arte e vita, come una vera e propria vetrina senza tempo. Raccontaci la storia di No Title Gallery.
È un progetto nato nel 2010 con Elena Picchiolutto. Ci siamo soffermati a riflettere su come poter dare visibilità a tutto quel potenziale artistico di qualità presente in Italia che difficilmente i canali artistici tradizionali notavano e valorizzavano. Per questo motivo abbiamo deciso di creare un progetto che sopperisse a questa mancanza e allo stesso tempo portasse alla luce artisti nuovi. All’inizio abbiamo creato piccoli eventi per fare conoscere i nostri artisti, autoproducendo il tutto o con l’ausilio di piccole donazioni da parte di partner. Al termine di ogni evento ci rendevamo conto non solo che il progetto funzionava, ma anche che il pubblico rispondeva positivamente a questo nuovo modo di vedere le cose in ambito artistico. Mentre No Title Gallery cresceva a livello di consensi e di esposizioni, anche la rosa dei collaboratori si è allargata: inizialmente solo Elena ed io gestivamo il tutto, dopo sono arrivate Paola, Ester, Carla, e di recente anche Cosimo, Silvia, Caterina e Stefania. Ognuno con una mansione specifica, dalla grafica all’ufficio stampa all’allestimento, ognuno elemento importante di questo progetto.
Siamo protagonisti indiscussi di un momento storico fluido e tempestivo. Quanto influiscono gli strumenti digitali nell’arte contemporanea?
In generale credo che lo strumento digitale aiuti molto. Per certi progetti nello specifico, se lo strumento viene utilizzato in maniera corretta, può rivelarsi una cassa di risonanza non da sottovalutare. Noi, ad esempio, nasciamo come progetto online e la rete è la piazza in cui possiamo valutare partnership, umori e cambiamenti in maniera veloce nel settore ma sopratutto nel pubblico. I tempi sono cambiati, bisogna guardare in maniera positiva a internet o, in generale, agli strumenti di nuova generazione: tutto può aiutare se usato in maniera intelligente. Noi ad esempio ne siamo la prova.
Tra le creatività emergenti di ArtVerona con il progetto So Past/So Future troviamo appunto No Title Gallery. Che genere di processo c’è dietro un evento come questo?
Ad Art Verona siamo arrivati dopo un processo espositivo di un anno e mezzo, partecipando al concorso per la sezione Independents, indetto per la quarta volta in collaborazione con Fuoribiennale. Siamo stati selezionati tra numerosi progetti indipendenti presentando So Past / So Future, mostra che racchiude l’essenza artistica di No Title Gallery fino ad ora e presenta ciò che il progetto diventerà in futuro. Un biglietto da visita di ciò che siamo e di ciò che saremo.
Come è avvenuta la selezione degli artisti presenti in questo progetto?
La selezione è dovuta sostanzialmente ad un processo di maturazione e di sperimentazione che noto nei vari artisti selezionati. Il percorso intrapreso con gli artisti quali Boschini, 108, Feoli, Paleni è sostanzialmente la base da cui NTG è partita. La loro qualità artistica ci ha permesso di essere seguiti sia in rete che nel reale. Artisti come Knore, Dellaclà, Palazzo, Meneghin e Gori tracciano la sperimentazione con il quale NTG vuole segnare il 2014. Bisogna guardare avanti, senza fermarsi, imparando dal passato.
Eventi futuri in galleria?
Post ArtVerona faremo la seconda collettiva generale di NTG che sarà curata da Elisabetta Vanzelli e che ha come titolo Paradigma Genius Loci. Inoltre stiamo già lavorando a progetti come Pic(K)s, un magazine di fotografia scaricabile online dal 15 dicembre. Altro nodo importante sarà la selezione di nuovi artisti per il 2014, un concorso particolare sempre per il 2014. Insomma, molto bolle in pentola.
L’ultima mostra d’arte che hai visitato?
La collezione Sonnabend ai musei civici di Venezia. Da Vedere per chi vuole fare questo mestiere.
Consigliaci un libro.
Leggo molto. Consiglio l’ultimo libro di Paolo Rumiz: Morimondo.
Un motivo per il quale si deve partecipare a So Past/So Future?
Perché i giovani sono ancora vivi e creativi in questo paese e questa mostra ne è un esempio lampante.
Per maggiori informazioni www.notitlegallery.com