
Due anni fa ci aveva affascinati con la sua Sinestesia fatta di armature e accessori in pelle. Una collezione dal sapore fetish, un gusto tagliente che esaltava il materiale e le forme del corpo.
Ora Gabriella Marina Gonzalez torna con Nigredo E’poche. Verrebbe da rabbrividire dato che “Nigredo” in alchimia significa putrefazione e decomposizione. Gabriella però ce lo contestualizza come la “metafora della presa coscienza del proprio ego, un distaccamento dall’istinto e un primo passo per rendere l’inconscio cosciente” mentre “E’poche” unisce in sé il francese Epoque e il greco Epoch per rappresentare non solo l’era dell’annerimento ma anche “un momento teorico in cui tutti i giudizi sull’esistenza, sul mondo esterno e conseguentemente su tutte le azioni del mondo sono sospese. La propria coscienza è soggetta a una critica innata cosicché quando quella credenza viene recuperata si basa solidamente sulla consapevolezza di se”.
Gabriella non si smentisce mai, ogni sua creazione è permeata da una storia, da valori e significati spesso davvero bizzarri se non oscuri. Una designer, ma anche una studiosa che trasferisce e racconta il proprio sapere/sentire attraverso la materia.
La pelle modellata a mano, l’ottone e il legno di quercia. Elementi dorati simili a campane diventano punti luce nell’oscurità della pelle. Le zeppe altissime e scultoree permangono come elementi base della creatività di Gabriella. Bracciali e calzari in pelle, lavorati come armature attorno agli arti.
Oscura e affascinante, ma per ottenere questo risultato Gabriella si è avvalsa della collaborazione del designer inglese Michael Antrobus che é affascinato dal lavoro artigianale e dalla sua sperimentazione, sviluppando idee che trasforma in realtà lavorando direttamente sul materiale dal principio fino alla terza dimensione.
Una collaborazione felice che ci racconta un lato di Gabriella oscuro sì, ma più femminile ed elegante rispetto al passato.