
Nata in Cile ma trasferitasi nel Regno Unito sin da bambina, Maria Cornejo ha sviluppato una carriera internazionale che coinvolge importanti centri dello scenario fashion quali Londra, Parigi, Milano e Tokyo. Dopo la laurea al Ravensbourne College nel 1984, fonda a Londra il duo Richmond Cornejo insieme a John Richmond. Nel frattempo, nel suo CV sono già apparse esperienze di consulenza creativa effettuate presso Joseph, Tehen e Jigsaw.
Al termine della collaborazione con Richmond, Maria Cornejo lancia il suo brand omonimo e la sua prima collezione. Nel 1998 vola a New York dove, a Nolita, fonda il suo quartier generale avviando un personalissimo store e atelier chiamato Zero, un nome che racchiude tutto un concetto: zero come numero che non aggiunge né sottrae, assoluto punto di partenza per collezioni che riflettono un mood minimal in un mix di strutturalismo, femminilità e sofisticatezza.
Gli abiti, denotati da un attento studio dei volumi e dalle tipiche linee arrotondate, sono generalmente tagliati e drappeggiati su un unico pezzo di stoffa, ma la tecnica di Cornejo evolve di stagione in stagione al fine di esaudire le esigenze e i desideri femminili in modo ottimale. Anche l’introduzione degli accessori – come calzature e borse – nella sua produzione, viene inclusa a pieno titolo in questo intento. Dal 2005 Zero + Maria Cornejo si espande sia a New York, – grazie all’apertura di nuovi store – che internazionalmente: il brand viene distribuito a Chicago, San Francisco, Los Angeles, in Canada oltre che a Londra, Hong Kong e Tokyo. Premiata con il prestigioso riconoscimento dello Smithsonian Cooper Hewitt National Design Award nel 2006, Maria Cornejo presenta attualmente le sue collezioni alle Fashion Week di New York e Parigi ed è una delle designer più quotate a livello internazionale.
Per l’autunno/inverno 2012/2013, il brand Zero + Maria Cornejo ha proposto una collezione costruita attorno al tema dell’ “identità”: l’elemento che caratterizza tutte le sue creazioni, incostante, punto fermo nel quale si intersecano i suoi numerosi viaggi, le varie permanenze in giro per il mondo, le molteplici culture e assorbite.
Ogni collezione riflette un lato di Maria Cornejo: persino le sue stampe prendono spunto dalle istantanee che scatta con l’I-Phone, in una continua astrazione del suo sguardo sulla vita. Stilisticamente, il futuro attinge dal passato pur rinnovandone i codici di volta in volta, in un’ evoluzione inarrestabile. Servendosi di una palette cromatica che affianca colori neutri come il bianco, il grigio e il nero alla vivacità del giallo limone, del blu elettrico e del turchese declinati in un’ampia gamma di materiali (anche insoliti, come l’alpaca e il bambù), Cornejo crea outfit dall’estrosa genialità: spumeggianti bluse infilate in lunghe gonne aderenti, il cocoon coat che – ridimensionato e corretto – avvolge magicamente il corpo senza allacciature di sorta, abiti in crepe di seta e cuoio, un’ ampia gonna a canestro che unisce gusto antico e stile moderno.
L’intera collezione fonde moda e arte in un amalgama fluido, originale e contraddistinto da un’alta portabilità. Per una designer che identifica il lusso con un concetto di individuale stravaganza ed affida la lavorazione a maglia dei suoi capi a una cooperativa di donne boliviane, d’altronde, personalizzazione ed estro diventano must prioritari ed assoluti: forse, del lusso l’espressione suprema. Futuro primitivo, la collezione primavera/estate 2013 di Zero + Maria Cornejo, riprende il fondamentale leit-motiv dello sguardo sul futuro operando una continua rivisitazione del passato: tornano le stampe digitalizzate, espressione di immagini personalmente elaborate, e un’alta ricercatezza contraddistingue linee e volumi, sapientemente definiti da geometriche simmetrie.
I colori, con una larga prevalenza del nero, del ghiaccio e del blue-navy, sono ravvivati dal rosso e dall’ arancio e vengono resi corposi da sporadici tocchi di texture che affiancano i consueti, originali materiali come il jersey gommato, lo scuba neoprene, il lino croccante e la maglia di bamboo, accanto ai quali spicca il macramè realizzato a mano dalle collaboratrici boliviane del brand.