L’astuccio dei colori di Trine Lindegaard

I colori sono primari e secondari, non pastelli delicati, ma pennarelli brillanti, utilizzati fino a scaricare le loro punte; come impugnati da un bambino che sul foglio disegna concentrando tutta la sua forza. Trine Lindegaard è la designer danese che dell’infanzia recupera ogni sfumatura, con l’ingenuo stupore di chi, pasticciando sulla tavolozza, scopre efficaci soluzioni d’artista.

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Cresciuta all’istituto Carlo Secoli di Milano e laureata al Royal College of Art di Londra, non ha mai abbandonato il suo approccio giocoso e dinamico al menswear. Le sue creazioni sono un tripudio di arcobaleni, capaci di ritrovare ordine e compostezza in trame ben strutturate, dove la tradizione artigianale si mescola a sportivi materiali hi-tech.

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L’entusiasmo per la ricerca e lo sviluppo del tessile sembra fuoriuscire da ciascuna impuntura della collezione SS2013. Fantasie intricate, disegni geometrici e tonalità vivaci provengono interamente dal bagaglio culturale africano che la creativa porta con sé, avendo lavorato a stretto contatto con maestri tessitori e avendone condiviso la vita nei villaggi del Ghana.

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Ha imparato l’arte, Trine, l’arte di un mestiere tanto arcaico quanto in via d’estinzione, di dissolvenza a venire, con la speranza di sostenerlo e rianimarlo attraverso moderni codici vestimentari: l’abito tipico, l’abito da tribù, i cui colori non sono che indice di uno status sociale, si allontana dal proprio contesto d’origine per civettare con tessuti tecnici ed elementi casual.

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Pattern etnicizzanti impreziosiscono così le linee basiche, leggermente over, di magliette e camicie. Pattern che sembrano reinterpretare le decorazioni di antichi tappeti tribali e che per nulla stridono accanto a bermuda e morbide tute. Arancione, verde, giallo, blu, rosso: di certo la collezione non lesina sui toni, a conferire un maggior senso di freschezza e stimolando la nostra voglia di gioco, di spensieratezza estiva; la stessa di quel bambino che per niente al mondo abbandonerà i suoi pennarelli. Persino il sito web www.trinelindegaard.com sembra essere stato colorato con il contenuto dell’astuccio dell’asilo. Siamo sicurissimi che Trine Lindergaard conservi ancora il proprio. E voi?