E-movie: Irvine Welsh’s Ecstasy

Sembrerebbe proprio che le trasposizione cinematografiche siano diventate parte integrante di quel processo a cui i romanzi di Irvine Welsh vanno incontro: nascono, diventano un caso letterario, vengono appunto prestati al cinema, per poi poter riconfermare il successo di pubblico. Chi non ricorda Trainspotting e le avventure in trip dello squinternato Mark Renton, alias Ewan McGregor? Un film e una colonna sonora capaci di alimentare l’interesse del pubblico nei confronti del libro da cui sono tratti, libro che già aveva beneficiato di una certa fortuna letteraria.

Questa volta lo scrittore scozzese, che non teme di scrivere i suoi racconti al limite del moralmente accettabile, in quell’inglese parlato dalla classe operaia che vive nei sobborghi, ha detto si con uno dei suoi romanzi più venduti, Ecstasy, che per la pellicola è stato ribattezzato Irvine Welsh’s Ecstasy, quasi a voler ribadire la predominanza dell’autore sull’opera. Irvine Welsh come garanzia di “roba buona”, tagliata come solo il pusher onesto (che ossimoro!) sa fare.

La trama la conosciamo già in tanti. L’amore tra Heather Thompson (Kristin Kreuk, la Lana Lang di un famoso telefilm americano) e Lloyd Buist (lo scozzese Adam Sinclair) emerge con fatica in un contesto fatto di droga e frequentazioni illecite, ma che non per questo manca di autenticità. Il regista canadese Rob Heydon, che ha diretto la pellicola, ha fatto in modo – senza discostarsi molto dal suo predecessore, il bravissimo Danny Boyle di Trainspotting – di raccontare quel misto di dramma e humour che contraddistingue lo scrittore scozzese, attraverso il susseguirsi di scene demenziali che diventano uno spunto su cui riflettere, senza mai cadere nell’ovvietà perbenista di chi vede nella droga la causa e mai la conseguenza.

Nonostante il film sia uscito da qualche mese nel Regno Unito, ve ne parliamo soltanto ora in concomitanza con l’uscita della soundtrack. Premettiamo, manca una Lust For Life (Iggy Pop) e una Perfect Day (Lou Reed), ma il risultato – e non potrebbe essere altrimenti quando si parla di un intenditore di musica come Irvine Welsh – è comunque confortante. Basta leggere (e ascoltare) alcuni dei nomi presenti per capire quanto la musica – anche in questo caso – tenga testa alle parole nel raccontare al meglio le visioni di Welsh: da Paul Oakenfold ai The Mahones, con un inaspettato Tiësto, che però in questo caso sembra essere il più in linea con la trama e le location discotecare dove i nostri protagonisti fanno dell’ecstasy la loro ragione di vita.