
Artist: Fiona Apple.
Title: The Idler Wheel.
Year: June 19, 2012.
Where: Los Angeles.
Shelf: Alternative, Indie, Pop.
Who?
1997. Una giovane Fiona Apple sale sul palco dei VMAs per ritirare il premio come Best New Artist. L’atteggiamento è quello di chi “non ci sta” e lei lo mette subito in chiaro, “this world is bullshit”, un monito ai giovani influenzati dal grande occhio della televisione, che li spinge ad essere semplice acquirenti e non appassionati. Ed è quello che un vero artista dovrebbe fare, quello di non piegarsi davanti alle ferree leggi di mercato, mostrando una dannosa accondiscendenza verso i “piani alti”. Questo malessere generale ha sempre fatto parte dell’indole di Fiona Apple, sin da bambina, quando ancora dodicenne, vittima di uno stupro, elabora questo dolore in maniera differente da quello di altre sue colleghe (una su tutte Tori Amos, che poi scriverà la toccante Me And A Gun). Fiona Apple si strugge continuamente, le sue canzoni sono il diario segreto di uno stomaco forte seppur provato, le sue parole – dal primo e fortunato album Tidal al disco “apolide” Extraordinary Machine – toccano corde dell’anima che qualsiasi uomo vorrebbe reprimere. E come dimenticare la sua rendition di un pezzo storico come Across The Universe dei Beatles, dove quel “pools of sorrow waves of joy” pronunciato da una voce quasi rotta, non poteva essere reso in maniere migliore?
What?
A distanza di circa quindici anni dal cosiddetto infamous speech, Fiona Apple è ancora terribilmente magra (almeno agli occhi di chi vede solo in superficie), e fastidiosamente insoddisfatta da far intimidire la Madame Bovary di Flaubert. La sua carriera di alti e bassi, dove i bassi coincidono con l’ostracismo da parte dei discografici, non ha mai toccato il fondo, anche grazie all’attivismo dei suoi fan che in gran coro hanno chiesto che il suo album Tidal fosse pubblicato (e non solo sul web). Dopo quasi dieci anni, arriva il nuovo disco che stupisce già a partire dal titolo, lunghissimo: The Idler Wheel Is Wiser Than the Driver of the Screw and Whipping Cords Will Serve You More Than Ropes Will Ever Do. Dietro questo ennesimo rifiuto da parte della cantante di sottostare a dettami incomprensibili per un vero artista, si celano altrettante perle di anarchia musicale dove percussioni impazzite fanno a botte con le affascinanti acrobazie vocali di Fiona. Left Alone deve per forza essere il frutto di una notte passata in preda a qualche crisi interiore, così come la straordinaria Anything We Want, una di quelle ballate che al massimo potrebbero venir fuori dal cilindro di PJ Harvey o di altre donne “consumate” (ascoltate la rabbia di Regret, impossibile non emozionarsi). The Idler Wheel è tutto sommato un album ben assortito dove però c’è un filo conduttore, un malessere interiore che risuona in maniera impazzita come percussioni tribali (Hot Knife). Tornando a quel “this world is bullshit”, come darle torto? In quel mondo di lustrini e belle face che è l’industria musicale mainstream, Fiona Apple è il fiore bello e fragile cresciuto nel cemento.