
Francesco D’Isa nasce nel 1980 a Firenze, dove consegue a pieni voti la laurea in Filosofia. Pionere dell’arte digitale e fumettista, inizia la sua carriera artistica da auto-didatta ed è Co-fondatore della rivista Il Mostro, nella quale pubblica i suoi primi lavori di grafica. Espone successivamente in diversi paesi come Germania,Svizzera, Inghilterra, Olanda, Cina, Sudamerica e via dicendo. Oggi, artista affermato, è conosciuto nell’ambiente anche come Pornopapa per via dei diversi party erotici organizzati tra Europa e America, e alle collaborazioni artistiche con pornoattori e pornoattrici, il cuo prodotto finale è la collettiva Pornosanti.
Partendo dal presupposto che l’oggettività è quanto di più lontano ci sia dall’arte, e grazie a dio anche da molte altre cose. C’è qualcosa che vorresti venisse percepito in maniera unitaria ed univoca dagli osservatori?
No, non credo. Davanti a quel che faccio mi sento anch’io soprattutto osservatore, e spero come gli altri di riuscire a percepire con più chiarezza e forza possibile quel che dovevo esprimere.
Hai conseguito la laurea in filosofia e successivamente hai cominciato ad interessarti all’arte figurativa. Quanto Il percorso universitario che hai scelto ha influenzato il percorso che hai intrapreso successivamente, e che tuttora porti avanti con successo? Cosa pensi del rapporto filosofia-arte?
Lo ha influenzato senza dubbio. Inizialmente scelsi filosofia solo perchè, oltre ad interessarmi, mi avrebbe lasciato del tempo per sviluppare altre passioni. Scartai l’accademia per un gusto personale; non mi stuzzicavano gli insegnamenti e sono piuttosto restio ad essere guidato in certi campi. L’arte, come la filosofia ma anche la scienza o la musica è una forma di conoscenza, ogni disciplina scopre e/o crea qualcosa pur con metodi diversi. Io ne ho scelto principlamente uno, ma lo ibrido con tutti quelli che posso, ovvero tutti quelli che conosco o per i quali sono minimamente portato. Il mio libro illustrato “I.”, pubblicato di recente con Nottetempo, è un esempio di ibridazione grafica, letteraria e filosofica. E ci avrei messo anche di più, se avessi potuto, ma purtroppo le mie capacità si limitano bene o male a questi campi.
La donna è, indiscutibilmente, il soggetto che prediligi. Ed è decisamente uno degli aspetti che colpisce maggiormente della tua arte.
Mi chiedono tutti qualcosa sulle donne ed a tutti mento con una risposta diversa. O a volte rispondo semplicemente che le donne sono belle.
Il business e in generale il mercato dell’arte certamente influiscono sul tuo prodotto finale e sei consapevole che deve esserci un profitto. Oggi , in effetti, l’arte sembra estremamente legata al dio Denaro piuttosto che alla sua forza espressiva. Ritieni che sia in parte uno dei motivi della fine dell’arte in senso figurativo?
Pensati per un momento completamente slegato dal giudizio esterno dei critici,dal pubblico, dalle convenzioni. Quanto sarebbe differente quello che produci?
Perché l’arte sia portata alle sue estreme conseguenze dev’essere una professione a cui dedicarsi completamente. Perché sia una professione bisogna viverci, e non è affatto facile.
Per me è un continuo stress e una noia mortale riuscire a rendere vendibile la mia opera, ultimamente ho ideato un metodo complicatissimo per poter realizzare e finanziare il mio lavoro più grande (più di sei metri), l’Arte al Trancio (www.slicedart.org, ancora in beta). Non credo che l’arte sia finita, al massimo al suo fianco è apparsa l’arte di far soldi come ancella minore, anzi prostituta. Personalmente la mia regola mentale è di fare quel che mi pare, cerco dunque di ignorare critici, pubblico e convenzioni. Ovviamente non posso riuscirci sempre, ma quando e se faccio qualcosa di buono è perché ci sono riuscito.
Per saperne di più su Francesco, il suo sito www.pornsaints.org