Fashion & Disease: Rosenboom vs Visser

Confronto tra pari, straordinariamente moderno ed incipit per una riflessione che va oltre la moda in senso stretto. È il fashion che prende spunto dal mondo sperimentale della scienza, entra nella patologia della mente e ne esce depurato da quella dose di sterilità, che ne fa un caso clinico. È il fashion di Nick Rosenboom e di Josine Visser. Quello di Sad Parade e di Syndrome di Stendhal, la parte di generazione 12, i promettenti laureati dei Fashion Masters di ArtEZ, che come Viktor & Rolf o Angelos Bratis, si presentano al pubblico con un’identità definita.

Così Nick Rosenboom propone Sad Parade, quasi a stanare una sorta di oscura perversione insita nell’essere umano: “Mi intrigano le sinistre forme di autolesionismo come forma di comunicazione con l’esterno, e questa fascinazione innesca in me una risposta. Mediante un processo di glorificazione, le rimuovo dalla cruda realtà contemporanea, trasformandole in una mesta sfilata surreale”.

Sale dunque in passerella con ventiquattro looks surrealisti, suggeriti dalla sofferenza, che trattano le forme femminili esulando dagli standards, con un’eccentricità rinnovata e postille sarcastiche. Nessun mercato di influenza per il debutto, maturato nei tre anni d’esperienza italiana presso Cavalli e Guess; piuttosto una missione di riforma, con nota positivista: “Le vene vengono rappresentate e trasformate in tessuti stampati dalla grana legnosa. La collezione si compone di abiti dalle linee architettoniche forti, con un carattere complesso, e volumi sviluppati a livello delle spalle e dei fianchi”. Il focus è sui pantaloni dal fit skinny che strizzano ulteriormente le gambe ed il corpo tutto mediante l’applicazione di briglie, e sui materiali a contrasto di superfici grezze, opache, lisce, brillanti. La ricerca dell’esistenza di Rosenboom si attua chirurgicamente, su nudi realistici e puri, frugando nella carne e nel reticolo venoso, attraverso gocce di colore mescolate alla cupa palette di neri, in una freddezza di blu e grigi metallici ed un viola paradossalmente affascinante, nel creare inquietudine e catturare attenzione.

È proprio la malattia che comunica con la moda e viceversa, si contaminano e si sovrappongono l’una con l’altra, come le cutters di Rosenboom e le turiste smarrite di Josine Visser. Solo ventidue anni per questa designer, ma un’esperienza professionale divisa tra Sebastic, Sjaak Hullekens, Ami-et-toi e Threeasfour: “Ho giocato con forti contrasti, nella creazione di un nuovo mondo, come punto di partenza della mia collezione, incorporando elementi e decorazioni del periodo rinascimentale”.

Ne scaturiscono anime sensibili in stato confusionale, sopraffatte dalla Sindrome di Stendhal al cospetto di opere d’arte, che inducono loro reazioni emozionali violente. Si aggirano così tra pareti e soffitti affrescati che prendono corpo dal bidimensionale al tridimensionale, anche nei loro vestiti, mediante tessuti e costruzioni, colori intensi come il blu cobalto, il verde muschio, il viola e l’arancione: un’atmosfera confusa e splendida assieme, quasi un’allucinazione.

E la moda vince, alla fine della disputa, con il suo leggero senso d’irrealtà.
La giusta medicina della psiche, su www.nickrosenboom.comwww.josinevisser.nl