Cinematografico: Francesco Ormando

Francesco Ormando, nato a Roma ad Ottobre del 1988. Diploma classico. Poco amore sin dall’infanzia per i numeri, lo sport e poca abilità per il disegno a mano libera.
Approda nel mondo universitario nella facoltà di mediazione linguistico culturale che quasi dall’inizio non provoca il suo entusiasmo. Maggiore soddisfaziove viene dalla fotrografia che decide di coltivare come passione, nella speranza di trasformarla nel suo futuro.

Se dovessi descrivere la tua fotografia in tre parole, quale sceglieresti?
Sintetica, al dettaglio, cinematografica.
La tua prima memoria fotografica?
Probabilmente qualche kodak usa e getta alle elementari. Tornavo sempre dalle gite, offrendo ai miei svariate foto di gatti, foglie, compagni con le teste mozzate. Non ero proprio un piccolo  Robert Capa in erba, no.

Come ti sei avvicinato alla fotografia?
Non sapendo disegnare, nè dipingere la fotografia mi ha dato la possibilità di realizzare qualcosa che andasse oltre il terreno su cui mi muovevo di solito: la scrittura. Un po’ di anni fa quindi, con qualche amico al seguito a farmi da cavia, ho cominciato.
La tua prima macchina fotografica? L’ultima?
Prima e attuale: canon eos 1000d.
In arrivo: canon Eos 5 d mark II.

Da fotografare: quali sono i tuoi soggetti preferiti? Come scegli le tue modelle?
Per il momento i soggetti che scelgo per le mie foto hanno un cuore che batte e aria che entra ed esce dai polmoni. Non so se mi spingerò mai verso l’orizzonte delle fotografia che abbraccia il mondo delle scarpe, dei gatti (anche quelli respirano, è vero?!) etc. Però non si sa mai, no?
Le modelle con cui lavoro, di base, sono ragazze che rispondono al mio gusto estetico. Qualcuno ha banalizzato la cosa dicendomi spesso che sono per delle bellezze inglesi, slavate, ma non è vero. Quello che cerco è un volto che abbia delicatezza e carattere, un volto che si possa sposare ad altre epoche: dall’America del Charleston alla Nouvelle Vague.

Come descriveresti il tuo stile?
Classico.
Dove trai ispirazione?
Dal cinema soprattutto. Ci sono film come The tree of life, A single man, Paradiso perduto che mi hanno lasciato a dire tra me e me: cosa darei per fotografare una scena come quella!.
Un fotografo che stimi particolarmente?
Anna di Prospero.

La tua più grande soddisfazione e la più grande delusione da fotografo?
Trasformare questa passione in una fonte di lavoro, non voglio mentire, rappresenta una delle mie più grandi soddisfazioni. Stare alle prese dietro ad un lavoro da scrivania, nel futuro, potrebbe uccidermi.
La delusione più grande è quella di altri fotografi: vedere il proprio lavoro sminuito nella prospettiva del: “lo fan in tanti!”.

Progetti per il futuro?
Vorrei fare breccia nel cuore di un’agenzia tedesca che produce occhiali e realizzare alcuni lavori per il loro marchio. Per il momento è solo aria fritta, quindi incrocio le dita.

Un film, un libro e una canzone.
Cose preziose di  Fraser Clarke Heston.
Le streghe di Roald Dahl Fraser Clarke Heston.
Clock Tick di Abel Korzeniowski.

Ringraziamo Francesco e vi invitiamo a sfogliare il suo Flickr