Spazi mentali e percorsi contemporanei: CACT

L’acronimo sta per Centro Arte Contemporanea Ticino, fondato nel lontano 1994 a Bellinzona, cuore della Svizzera e non solo, ha un fitto calendario di mostre ed eventi dove si creano di volta in volta nuovi spazi contemplativi selezionati da artisti e curatori. Lo scorso 13 agosto è stata la volta di CAMPUS, la scena artistica emergente italiana una collettiva di alcuni giovani artisti italiani in programma fino al 18 settembre 2011 che esplora  le relazioni simboliche e filosofiche di cui si nutre la contemporaneità.

Il concetto globale di massificazione dell’arte attraverso stili, mode e modelli da seguire/imitare per la costruzione di un sé cosciente viene fortemente messo in discussione, così come sulla bilancia è l’assetto sociale contemporaneo e il pensiero debole tutto. Attorno a ciò che in maniera aleatoria viene già definita una ”retroguardia” vi è ancora molto da discutere, non solo in termini artistici e culturali, quanto anche attraverso il loro approccio antropologico, sociologico e filosofico, spiega Mario Casanova direttore del CACT presentando la mostra da lui stesso curata nata dalla ricerca attorno all’estetica della comunicazione e dei suoi nuovi linguaggi insieme alla collaborazione dell’artista e professore dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e Macerata Massimo Vitangeli.

L’obbiettivo principale del CACT è quello di organizzare esposizioni d’arte contemporanea internazionale, realizzando delle vere e proprie pubblicazioni tematiche come avviene nell’attuale esposizione in corso. Cinque gli artisti autori della mostra, Federica Bocchi, Kane Caddoo, Jacopo Pannocchia, Chiara Seghene e Stefano Teodori che esplorano il dogma delle avanguardie. Ogni artista occupa un proprio spazio che intratterrà i visitatori con disegni, tele, installazioni scultoree e video partoriti da un lungo e complesso periodo di ricerca.

Una delle particolarità degli autori presi in considerazione rimane il forte legame con la Storia della rappresentazione, non già manifestata attraverso linguaggi multimediali, bensì superandoli e vanificando così il dogma delle avanguardie. I loro stilemi non appartengono più alla conquista tecnica o tecnologica, bensì li ricollegano al mezzo espressivo che più si avvicina alla loro esperienza individuale e tattile, meno visiva e non già collettiva continua a spiegare Mario Casanova per questo mese di provocazione, incitamento e soprattutto riflessione per colui che osserva e vuole immedesimarsi nel ruolo dell’arte per poter percepire l’artista della società odierna.

Stimolate la vista!

Info e news al sito www.cacticino.net