Savage Beauty: retrospettiva su Mcqueen

Febbraio 2010: muore Alxander McQueen. Lutto generale a livello planetario che coinvolge tutti, non solo gli addetti del settore della Moda. Una perdita per il mondo creativo paragonabile solo a quella di Yves Saint Laurent o Versace.
Ad un anno da quel tragico evento, la prima retrospettiva. Intitolata Savage Beauty, si trova al Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York e ha inaugurato pochissimi giorni fa.

Rimarrà disponibile fino al 31 luglio. Un’esposizione enorme che racconta il lavoro e lo sviluppo creativo di McQueen dall’inizio della sua carriera, nel 1992, fino alla sua morte. Diciannove anni di studio, sperimentazione, stravanganza e rottura di tutte le barriere visive e mentali raccontati attraverso 100 pezzi provenienti dagli archivi londinesi dell’azienda Alexander McQueen, sia da quelli parigini di Givenchy e da collezioni private.

Il percorso espositivo, diviso in gallerie, racoglie tutte le tematiche ricorrenti all’interno dell’opera di McQueen: “The Savage Mind”, esamina la sovversione della tradizionale sartoria attraverso la decostruzione, “Romantic Gothic”, riporta il legame forte con la letteratura romantica e con i concetti di morte e decadenza, “Romantic Nationalism”, mostra il suo legame con il passato, “Romantic Exoticism”, si focalizza sul legame con i paesi distanti e “Romantic Primitivism”, esplora il legame di McQueen con l’ideale del “noble savage”.

Un percorso vario, impegnativo che analizza l’opera creativa totale mostrandola interamente nella sua complessità non solo strutturale, ma anche concettuale.

Tutto questo è stato raccolto anche nel libro correlato alla retrospettiva intitolato “Alexander McQueen: Savage Beauty” e scritto da Andrew Bolton, organizzatore dell’esposizione, con introduzione di Susannah Frankel, fashion editor di The Indipendent, e intervista a Sarah Burton, assistente di McQueen da 14 anni, adesso direttore creativo del marchio.

Alexander McQueen era conosciuto per le sue sfilate stravanganti e stupefacenti, dove scenari drammatici e narrativi venivano resi attraverso installazioni avenieristiche e performance – ha detto Andrew Bolton – Le sue creazioni di moda erano lo sfogo delle sue emozioni, l’espressione dei profondi aspetti, spesso oscuri, della sua immaginazione. Era un vero romantico nel Byronesco senso della parola – lui incanalava il sublime.

Savage Beauty dal 4 maggio al 31 luglio 2011.
The Costume Institute – The Metropolitan Museum of Art – New York
Informazioni: www.metmuseum.org