
Il tema della sostenibilità e dell’ecologia nel campo della Moda sta davvero attirando l’attenzione di tutti, imprenditori, giornalisti, artisti e anche del pubblico. Enquire osserva con grande attenzione le iniziative organizzate in questo senso, e promuove volentieri tutte quelle realtà produttive che si contraddistinguono per un approccio responsabile ed eco-sostenibile. A Settembre vi avevamo presentato la capsule collection realizzata dalla Fondazione Pistoletto e, recentemente nella sezione Design, vi abbiamo parlato di un evento importante chiamato Sustain/ability tenutosi a Treviso dal 2 al 4 Dicembre, in cui imprenditori e accademici si sono incontrati per capire come implementare l’unione tra Moda e Sostenibilità attraverso steps produttivi, e scelte di materie prime ecologiche.
Sono molti i progetti che nascono con questo approccio rispettoso verso la natura e il nostro pianeta come abbiamo visto, per altro, in alcune nazioni in cui tale atteggiamento è comune e radicato in molti designers e brands (Scandinavia). In Italia questa consapevolezza, seppur sia emergente data la scetticità del pubblico e degli addetti ai lavori, ha portato alla nascita di iniziative interessanti che è bene far conoscere. Una si queste si chiama C.L.A.S.S. (acronimo di Creativity Lifestyle and Sustainable Synergy) nasce nel 2007 ed è un network di tre showroom con sedi a Milano, Londra e New York.
L’idea alla base è la promozione di prodotti accomunati da una forte sensibilità ecologica, sia dal punto di vista della scelta dei materiali, sia per quanto riguarda le tipologie produttive adottate, sempre nel rispetto dell’ambiente. Mette a disposizione dei designers un ampio portfolio di produttori tessili favorendo così le collaborazioni e la maggior presenza sul mercato di prodotti eco-compatibili. E’ un’interessante realtà che utilizza la comunicazione per informare i consumatori sulle opzioni sostenibili, partendo dalla materia prima fino al prodotto finito.
Tutti i brands promossi dallo showroom vengono mostrati durante tutte le fiere più importanti del settore abbigliamento; in questo senso nel 2010 è stata inoltre firmata una partnership con il GreenShowroom di Berlino, esposizione dell’eco-lusso internazionale in cui C.L.A.S.S. ha avuto modo di ampliare la propria visibilità e quella dei propri marchi. Le tipologie merceologiche promosse spaziano dalla moda, all’arredamento al design. Viene preferito l’impiego, in questi contesti creativi, di materiali naturali e organici, di tessuti riciclati, di tessuti rinnovabili realizzati con nuovi polimeri.
Tra i brands ospitati all’interno del portfolio C.L.A.S.S. troviamo 959, un progetto di design ideato da Paolo Ferrari, che fa del riciclo la sua linfa vitale attraverso una collezione di borse interamente realizzate con le cinture di sicurezza delle auto. Anche CeeBee, marchio fondato da Carmen Björnald, realizza una linea di borse utilizzando materie prime non nuove; nello specifico si parla del riciclo di pagine originali tratte da La Grande Illustrazione d’Italia, rivista cult degli anni ’20 e ’30 assieme a spartiti musicali scuriti nell’inchiostro. Abbandoniamo gli accessori e passiamo all’abbigliamento dove troviamo le proposte del machio Così nero quasi blu, nato nel 2010 dalla creatività di Federica Martin Wedard, la cui collezione è realizzata con materiale naturali e con processi eco compatibili, dando vita ad uno stile femminile e contemporaneo ma ricco di contrasti e di dinamicità. Anche Mori-Mondo è presente con le sue proposte all’interno dello showroom di C.L.A.S.S.. Le creazioni di questo marchio donano nuova vita ai capi vintage attraverso una sorta di Fabric Surgery effettuata in particolare su coperte, poncho, maglie, sciarpe, pantaloni e borse da spiaggia. Fondamentale è la ricerca in cui i capi sono attentamente selezionati in base alla qualità del tessuto e all’originalità dello stile, spulciando nei guardaroba privati, ai mercatini, nei negozi all‟ingrosso e nei magazzini di abbigliamento usato.
Per raccontarvi in modo più approfondito cos’è C.L.A.S.S. e come si pone in relazione delle iniziative portate avanti per promuovere l’ecosostenibilità nella Moda, abbiamo fatto due chiacchere con Giusy Bettoni, fondatrice dello showroom.
Perchè nasce CLASS?
Class inizialmente nasce con due finalità: supportare in maniera concreta e unica produttori di materiali tessili per la moda e per l’arredamento ed i loro utilizzatori alla ricerca di soluzioni creative, sostenibili ed innovative. Creare un nuovo modo di fare business partendo da queste soluzioni di prodotto innovative, creative e responsabili, utilizzando un approccio ad hoc per quanto riguarda la comunicazione.
CLASS è infatti una piattaforma di respiro internazionale che raccoglie, promuove e comunica collezioni tessili e abbigliamento con un forte spirito innovativo, tecnologico, in cui la responsabilità ambientale e il rispetto per le risorse umane e naturali incontrano i codici dello stile e della moda contemporanei. CLASS mette a disposizione di stilisti, designer e operatori del settore una eco library composta da fibre, filati, tessuti e materiali eco-innovativi che si inseriscono in 3 categorie che non sono vere e proprio categorie merceologiche, ma che riescono a trasformare la green vision in un vero e proprio lifestyle: materiali naturali e organici, riproposti, riciclati, innovativi e rinnovabili.
Queste categorie hanno un importante denominatore comune : non utilizzano petrolio ex-novo (fatta eccezione ovviamente per la produzione, ma questa è una soluzione che ovviamente non è nelle nostre attuali possibilità, qui ci riferiamo soprattutto agli ingredienti), e questo in una strategia che ci vede in viaggio che prevede costanti e significativi progressi per il futuro.
CLASS è nato nel 2007, come veniva considerata l’ecosostenibilità della moda in quel momento? Come si evoluta negli anni?
La sostenibilità nella moda era davvero ad uno stadio embrionale, ed era soprattutto storia di comunicazione rispetto ad un’offerta di prodotto vera e propria. Ma c’erano diversi produttori di materiali che già presentavano alcune proposte sostenibili, cosi come stilisti che proponevano piccole collezioni abbinate soprattutto a progetti di fair trade. C’era (e per certi versi anche se molto diluita la troviamo ancora adesso) una visione della collezione moda sostenibile legata unicamente alla dimensione ambientale e senza contenuti o messaggi di comunicazione che la identificassero come moda d’appeal, creativa e innovativa. Non c’erano pertanto le premesse per incontrare il mercato in maniera appropriata per una diffusione, commercializzazione a 360 gradi di queste proposte. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando molto utilizzando una nuova strategia, un modello di business, dove occorre tener conto dell’attitudine del consumatore alla scelta di prodotti; tre sono le dimensioni da rispettare: estetica e design, innovazione e responsabilità.
I prodotti devono essere belli, innovativi e da oggi devono aggiungere la dimensione della responsabilità, ma non proporre solo questa.
Se il consumatore associa l’idea di sostenibilità esclusivamente al concetto di ambiente e fair trade, non identificando questo prodotto come innovativo, né riconoscendogli nessun tipo di estetica o particolari qualità, non saremo mai in grado di parlare di un vero prodotto moda sostenibile anche dal punto di vista del mercato, e pertanto rimarrà sempre una categoria di prodotto da utilizzare come concetto, o per particolari occasioni legate unicamente al fair trade.
Stiamo tuttora lavorando al sovvertimento di questo concetto giocando prima di tutto sull’estetica e la seduzione di un capo o prodotto e poi sul valore aggiunto dell’impronta ecologica.
Perchè tre sedi e come interagiscono? Avete in portfolio gli stessi brands oppure cambiano in base alla città?
Il progetto in pochi anni ha definito una forte strategia di sviluppo ed espansione internazionale, coordinata dall’headquarter di Milano e dagli showroom di Londra e New York. Ogni showroom ha un’ampia ecolibrary, la stessa che troviamo in ogni paese. Nuovo obiettivo di CLASS a partire dallo scorso luglio, oltre al posizionamento dei materiali sostenibili è anche quello del supporto alle collezioni moda pret-à-porter, la maggior parte delle quali sono già vendute in showroom o punti vendita. E se lo showroom di Milano è già partito con questo servizio, le altre si stanno preparando in base alle rispettive esigenze di ogni mercato. Su Londra il lancio delle collezioni è imminente, su NY penso che finalizzeremo per il prossimo marzo 2011. L’obiettivo di CLASS è promuovere i propri brand eco-materials, eco-fashion ed eco-home in Italia e all’estero, collaborando con i migliori partner presenti sul mercato e creando al tempo stesso nuove opportunità per i marchi stranieri che credono nell’innovazione sostenibile accompagnata dal design più esclusivo.
Cosa ha portato di positivo la partnership con GREENshowroom di Berlino?
Nel corso degli ultimi due anni CLASS ha stretto partnership non solo con GREENshowroom (le cui fondatrici portano avanti la stessa filosofia di CLASS selezionando e proponendo sul mercato internazionale interessanti marchi, prevalentemente tedeschi, con le caratteristiche dell’ecocompatibilità e del glamour), ma con diversi enti ed organizzazioni che condividono la sua green vision ed il suo approccio alla nuova moda eco-responsabile: ad esempio NICE (Nordic Initiative Clean and Ethical) il cui obiettivo è promuovere la sostenibilità della moda scandinava attraverso la Nordic Fashion Association (NFA), che raggruppa associazioni in Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca e Islanda. Cruciale inoltre la collaborazione con il salone trade-fashion WHITE di Milano che ospita già da due stagioni lo spazio Selection by CLASS dedicato all’esposizione delle migliori collezioni moda e accessori eco.
Gli obiettivi principali di queste collaborazioni sono quattro: comunicare a 360 gradi il messaggio di innovazione sostenibile imprescindibilmente legato anche all’estetica di un capo; fare massa critica attraverso lo scambio di informazioni, opinioni e contatti con tutti i Paesi a livello internazionale; creare nuove opportunità commerciali per i nostri partners a livello globale; studiare e portare avanti nuovi progetti in condivisione, per una visibilità sempre maggiore.
La partecipazione congiunta ad eventi importanti quali Il Copenhagen Fashion Summit del dicembre 2009 e la Berlin Fashion Week dello scorso luglio 2010 hanno permesso ai rispettivi brand partner di CLASS e NICE/GS di presentarsi e farsi conoscere in importanti contesti internazionali a livello di buyer, consumatori e stampa.
La settimana scorsa ha avuto luogo l’evento chiamato Sustain/ability a Treviso. Cosa ne pensa di queste iniziative in cui viene aperto un dibattito tra operatori della moda e accademici?
L’obiettivo di Sustain/ability (il primo festival dedicato al design sostenibile promosso da Treviso Design) è di introdurre il pubblico al tema della sostenibilità e avviare una serie di dibattiti sulle diverse realtà territoriali coinvolte (istituzioni, aziende, università, pubblico) per ripensare lo sviluppo in chiave etica, e diffondere la sensibilità verso la sostenibilità come elemento di innovazione e valore aggiunto per le aziende e per i designer. Non posso che essere a favore di questi incontri e scambi fra diversi enti e generazioni in quanto l’importanza del tema della sostenibilità necessita di un dialogo costante fra enti didattici e formativi, come le università, gli studenti, che saranno i futuri manager aziendali (nel nostro caso titolari di aziende produttrici di tessuti e materie prime ecocompatibili e designer) le istituzioni, che devono supportare e comunicare al grande pubblico i nuovi stili di vita più consoni al mantenimento dell’equilibrio del pianeta e il grande pubblico dei consumatori, per una sensibilizzazione sempre maggiore a questi temi fondamentali per la nostra sopravvivenza. Più si riesce a mettere in contatto enti formativi, quindi chi ha il compito di preparare, e chi già opera, minore sarà il gap nei prossimi anni per l’attuabilità e la piena realizzazione del progetto dell’innovazione sostenibile anche nell’industria moda. Molte partnership di CLASS con scuole e organizzazioni formative rientrano in quest’ottica e strategia.
Ultimamente l’opinione pubblica sta rivolgendo molta attenzione all’ecosostenibilità, soprattutto per quanto riguarda la moda e la sua produzione, Cosa ne pensa? Pensa che sia arrivato il momento in cui, anche qui in Italia, si da importanza ai materiali e soprattutto alle produzioni ecologiche?
Come ormai in tutti i settori la necessità di salvaguardare l’ambiente e le risorse naturali si è fatto più forte anche rispetto al settore del tessile-abbigliamento. Questo è un bene in quanto fino a poco tempo fa il fattore eco in questo settore non veniva neanche preso in considerazione o veniva associato a prodotti di seconda categoria con un contenuto alternativo e povero ed un aspetto poco attraente. Il nuovo approccio responsabile è esaltato oggi (soprattutto in Italia) da un’altissima qualità produttiva, dall’innovazione continua e dalla ricercatezza del design anche nelle proposte, appunto, ecofriendly. L’importante è non fermarsi alla sola presentazione dei tessuti e materiali attualmente esistenti, ma abbinarli alla presentazione del prodotto finito, delle collezioni, in quanto il consumatore ha bisogno di messaggi chiari, immediati e facilmente comprensibili. Imparare quindi a comunicare questa realtà in un modo diverso e più concreto rispetto al passato.
Secondo lei, come si evolverà il contesto eco-sostenibile nella moda? Come pensa che sarà la situazione tra 5 anni?
Viste le premesse penso che la sostenibilità nel tempo non sarà più vissuta come un valore a parte, ma verrà semplicemente e meritatamente considerata un indispensabile ingrediente nella moda così come in altri importanti settori dell’industria. Se percorreremo step by step tutte le tappe del nostro viaggio, ciò che è bello ed innovativo porterà naturalmente con sé la fondamentale terza dimensione sostenibile.