
Non fuma, non beve, odia il calcio ed è un’artista a tutto tondo. È Francesco De Molfetta nato a Milano nel 1979, dove vive e lavora tuttora.
Ha conseguito la maturità artistica, frequentato la facoltà di Lingue e Letterature staniere e nel contempo si è diplomato in regia teatrale. Da allora insegna Laboratorio e Mimica teatrale, ha anche disegnato lampade/sculture per l’arredo e ha realizzato quattro cortometraggi in pellicola (tuttora in distribuzione) vincendo l’ambito premio dell’Ambrogino d’Oro (celeberrimo premio milanese) e una menzione della critica per l’opera The River-run. In teatro ha diretto cinque spettacoli teatrali, tra cui un’assistenza al Piccolo Teatro con Lamberto Pugelli. Ovviamente oltre a tutto questo Francesco è anche un talentuoso scultore.
L’abbiamo incontrato (virtualmente) e ci siamo fatti una bella chiacchierata.
Sulla carta d’identità alla voce lavoro cosa ci scriviamo?
Sulla mia ho scritto “artista”, ma preferirei piuttosto artificiere.
Cosa significa per un giovane intraprendere la carriera artistica? Nel tuo caso cosa ha comportato?
Moltissimi rischi, moltissime delusioni, moltissima incertezza ma la consacrazione di un grande amore: quello per l’Arte. Si vede quando c’è una grande passione dietro un lavoro.
Da bambini si sogna di diventare cantanti, attori, astronauti. Tu cosa sognavi di diventare?
Sognavo di vendere giocattoli. Con immenso dispiacere dei miei genitori!!
Hai studiato lingue e letterature straniere, insegni laboratorio e mimica teatrale e sei anche artista. In questa eccentricità, cosa ti appassiona maggiormente?
Sicuramente quello che faccio ora: la (s)cultura . Il teatro e il cinema mi hanno nutrito ma forse non saziato. Sono molto legato alla materia, agli oggetti-in questo modo la scultura mi aiuta, mentre le altre arti sono in forma intangibile.
Opere come le tue richiedono buona manualità e capacità di modellazione non indifferente. Come hai acquisito queste abilità?
Sbagliando e spendendo un sacco di soldi in materiali!!E’ questa la verità delle cose: le scuole non ti insegnano la verità di un mestiere. Lo scopri via via tu, a tuo rischio e a tue spese, e con enorme dispendio di tempo. Ora certe volte rimango stupito davanti a quello che faccio-è molto importante per me stimare e amare la perfezione di quello che creo, è un presupposto fondamentale nel mio lavoro.
Con le tue opere hai avuto l’opportunità di viaggiare un pò per il mondo. Il posto che ti ha affascinato di più? Perchè?
Hanno viaggiato più le mie opere di me, ma è giusto che sia così: è il mio lavoro che deve viaggiare non io. Un posto che mi è rimasto particolarmente impresso? Sicuramente Berlino. Ci sono stato l’anno scorso per una mia personale: città meravigliosa e molto pulsante-malinconica eppure vitale-mi verrebbe voglia di abitarci per scoprirla meglio.
Gli Emirati Arabi stanziano più di un miliardo di dollari l’anno per la cultura. L’Italia decide invece che la cultura è qualcosa di superfluo. Cosa sta succedendo?
Ah-questo non lo sapevo! Buffo perché la vera materia prima del nostro paese è proprio la sua storia, la cultura ,l’Arte. Quindi su questo preferirei non esprimermi, è già una vergogna così com’è.
I mecenati, ricchi signori vanitosi da sempre legati all’arte. I mecenati di oggi chi sono?
Oggi la crisi ha messo tutto in discussione, per cui non c’è una vera e propria “casta” di collezionisti. Forse solo appassionati compratori occasionali feticisti. Ma mi piace l’idea che ognuno possa avvicinarsi al mio lavoro. Credo che chiunque abbia la passione e l’innamoramento nei confronti delle mie opere meriti rispetto. Perchè ha “capito”. Anche se sono persone che fanno fatica ad “arrivare alla fine del mese”. Ho giovani fan e amici che veramente risparmiano per acquistare una mia opera, e questo mi lusinga moltissimo-vedo l’amore per il collezionismo e per l’Arte, per la MIA Arte. C’è una sorta di tacita sintonia tra me e i miei collezionisti: qualcosa che non riesco a spiegare a parole, una specie di complicità.
Le tue opere, anche in vendita o sola esposizione?
In vendita perché è di fatto il mio lavoro full time e devo viverci . Anche se ci sono opere che cerco di non vendere proprio e tenere per me.
Ti è invece capitato di dover realizzare opere su commissione?
Certo, molte volte. Amo molto discutere i progetti installativi con i committenti, è come fare un progetto insieme a loro. Mi stimola a ragionare non solo per me stesso ma a condividere sensazioni anche con terzi , gestendo spazi e temi comuni per trovare il giusto punto di incontro.
L’artista o gli artisti che ti affascinano da sempre?
Sicuramente Luigi Ontani, artista surreale meraviglioso , e poi Jeff Koons grande amore ; tra le ultimissime la pittura di Feng Zhengjie.
Una galleria o museo dove ti piacerebbe esporre?
Dopo Koons e Murakami , che ne dici di De Molfetta a Versailles?
I luoghi in cui il mio lavoro possa creare un forte contrasto mi affascinano molto. Il minimalismo dei musei di ultima generazione mi annoia.
È il tuo giorno fortunato, esprimi un desiderio.
Ecco l’ho espresso, shhh!
Le opere di Francesco saranno prossimamente in mostra a Milano dal 7 Ottobre al 7 Novembre presso lo spazio Oberdn in occasione della mostra collettiva curata da Alberto Mattia Martini, dal titolo Pensiero Fluido.
Come di consueto ringraziamo Francesco per la sua disponibilità e invitiamo chi è in zona a visitare la mostra.