
Figure nodose alla Norman Rockwell, il tratto pop di Ron English e la solitudine elegante di Hopper filtrata dall’occhio di Lynch. Queste le prime impressioni su Eric White.
Pittore surrealista con base a NY, mischia atmosfere dal sapore retro pescate da realtà parallele, incastrate in dimensioni immutate, fisse, dove lo scandire del tempo resta immobile.
Scenari di solitudine, di un ordine che sa di whiskey e tappezzerie alle pareti.
Scatti a colori di un’America vista nei film in bianco e nero.
Istantanee colte dalla metafisica e successivamente contaminate da sfumature pop.
Sono tantissime le sensazioni inconsce che scaturiscono dai suoi lavori.
L’atmosfera è quasi sempre onirica, ma dall’impasto denso e definito.
I suoi sono sogni dipinti ad olio.
Da sempre affascinato da quel qualcosa che esiste oltre la nostra percezione, Eric White spinge la sua abilità verso limiti sempre più ampi, tracciando linee di confine mai completamente marcate.
Un esempio sono le tele dipinte partendo dal negativo di un’immagine, “testato” invertendo i colori alla fine ed ottenendoli perfettamente calibrati con il positivo.
Tale “follia” stilistica nasce da un quadro degli anni ’60 del pittore Richard Hamilton dal titolo “White Christmas” nel quale l’artista inglese riprodusse un fermo immagine del film omonimo con Bing Crosby e dipinto in negativo.
La leggenda narra che Hamilton lo abbia eseguito senza l’ausilio di nessuno stratagemma tecnologico, tenendo come unica fonte di riferimento l’originale e scandendo i colori a memoria. Questo aneddoto è stato sufficiente a White per spingerlo a provare.
Dimensioni parallele, momenti interminabili chiusi in palle di vetro, dove i rumori sono ovattati, il tempo immobile e la via si uscita celata molto bene.
Sito ufficiale www.ewhite.com